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Felicità è porsi obiettivi realizzabili
Felicità e aspettative
Qui di seguito un prezioso contenuto estratto dal libro “Il Vantaggio dell’Intelligenza Emotiva”.
Un altro elemento tra quelli che compongono la felicità è il tasso di aspettative rispetto ai risultati ottenuti.
Fissare obiettivi va benissimo, ma se fossero irrealistici si potrebbe fallire e scivolare nell’infelicità.
E persino coloro che ne realizzano la maggior parte potrebbero non godersi il proprio successo, semplicemente perché non sono in grado di sentirsi soddisfatti.
Per esempio, gli studenti asiatici che arrivano in scuole nordamericane ottengono molto spesso voti eccellenti, ma sono meno soddisfatti dei compagni che vanno meno bene. Perché?
Perché ciò che chiedono a se stessi va persino oltre i loro formidabili risultati.
Ancora una volta, la percezione che abbiamo e la capacità di stabilire confini realistici entro cui collocarci sono fondamentali per raggiungere la felicità.
Anche se era al suo primo anno in una scuola nuova, Trevor voleva diventare presidente del comitato studentesco perché pensava che quel ruolo gli avrebbe dato prestigio, sarebbe stata un’opportunità di incontrare nuovi ragazzi, e l’avrebbe aiutato a essere considerato una figura importante.
Parlandone con suo padre, questi gli disse: «Penso che sia un’ottima idea voler dare il tuo contributo. Però sei in questa scuola solo da un paio di settimane, mentre la maggior parte degli altri ragazzi sono qui da un paio di anni. Penso che probabilmente non ti eleggeranno, non perché tu non sia un buon candidato o non abbia i requisiti necessari, ma perché le persone non hanno ancora avuto l’opportunità di conoscere le tue qualità.
Forse sarebbe meglio se tu facessi qualcos’altro, in modo da poter comunque contribuire, ma senza che il tuo successo dipenda dall’essere eletto da ragazzi che non ti conoscono. Poi avrai più possibilità l’anno prossimo, quando ti avranno conosciuto”.
Trevor ascoltò suo padre e pensò che i suoi consigli fossero validi, quindi modificò il proprio obiettivo: anziché candidarsi al comitato studentesco fece volontariato per il giornale della scuola, cosa che gli permise di entrare in contatto con molti ragazzi, di esprimersi su vari problemi della scuola e di mettere la sua firma sul giornale a settimane alterne.
Fu contento di questa decisione, e nel complesso fu felice dell’esperienza nel giornale.
Pensate a cosa sarebbe accaduto se si fosse candidato a presidente del comitato studentesco appena arrivato in quella scuola.
Probabilmente sarebbe stato sconfitto e, di conseguenza, si sarebbe sentito triste.
Invece riesaminando e riadattando il suo obiettivo è riuscito a concentrarsi su qualcosa di realizzabile, da cui ha ricavato anche molto divertimento.
Ovviamente la felicità è collegata al test della realtà.
Le persone felici sono in grado di trarre piacere da ciò che hanno fatto e che possono fare, anziché essere portate a pensare di dover fare di più.
Non screditano né denigrano i propri risultati; se per qualche ragione si sentono infelici, grazie all’autoconsapevolezza sanno notare quel cambiamento di umore, capire cosa l’ha causato, e impegnarsi per risolvere il problema in modo propositivo.
Sono resilienti perché hanno un’esperienza, un percorso di successi che le motiva e che dà loro energia ed entusiasmo.
Questo non solo le spinge verso un percorso positivo, ma attira a loro altre persone.
Se si è soddisfatti della propria vita e non particolarmente invidiosi di quella di qualcun altro, è molto più facile instaurare rapporti forti e duraturi.
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