Blog -> Risorse di P.N.L. -> Come si sa con certezza se una cosa è vera?

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Considerate per un attimo come fate a sapere qual è la differenza tra ciò che avete fatto ieri e ciò che potreste fare domani.

Come sapete che una cosa è nel passato e l’altra nel futuro?

Vi è mai capitato di non sapere se avevate già fatto qualcosa che avevate intenzione di fare?
Come ad esempio:

  • chiudere la porta di casa
  • chiedere qualcosa di importante a qualcuno
  • mettere in borsa i biglietti e il passaporto

A volte confondiamo ciò che vorremmo aver fatto con ciò che ancora dobbiamo fare, e cominciamo a nutrire dubbi.

Rappresentiamo il tempo in molti modi, ma uno dei criteri fondamentali è quello in cui lo rappresentiamo nello spazio.

Ci sono degli indizi a riguardo, individuabili nel modo in cui parliamo del tempo:

  • Mi sono lasciato il passato alle spalle.
  • Abbiamo davanti a noi un futuro interessante.
  • Si avvicina il momento di farlo.

Una distinzione rilevante nel modo di rappresentare il tempo è se vediamo o meno passato, presente e futuro davanti a noi.

Alcune persone ne hanno una visione complessiva e li vedono in una sorta di arco, con il presente che occupa il punto più vicino a sé.

Ogni volta che pensano a sé in un determinato momento nel tempo, nel passato, nel presente o nel futuro, vedono e sentono se stesse come se fossero osservatori esterni. Hanno un modo dissociato di fare esperienza di sé e del tempo.

Le persone che codificano così il tempo tendono a mapparlo: è più probabile che abbiano una pianificazione delle cose da fare e conoscono l’impatto di un eventuale cambiamento sul resto della programmazione, perché riescono a vedere le relazioni tra gli eventi passati. Possono facilmente essere distratte da eventi passati o futuri e probabilmente sono di rado del tutto presenti nel qui e ora.

Altre persone sono totalmente immerse nel presente e vivono in maniera associata la dimensione temporale, senza quella visione generale che caratterizza quelle che hanno una visione complessiva.

Queste persone sono presenti e immerse nel qui e ora, e ogni singolo istante è “ora”.

Così facendo non sono consce dell’impatto delle loro azioni o dei cambiamenti nei loro piani – ammesso che ne abbiano. Il vantaggio che ne deriva è invece la capacità di essere presente al 100% per le persone che sono con loro.

La posizione e la distanza nello spazio sono dunque elementi del nostro modo di codificare il tempo.

Il modo in cui ci poniamo in relazione al tempo che abbiamo è una scelta.

E la cosa straordinaria è che modificando la rappresentazione che abbiamo del tempo cambia anche il modo in cui ci relazioniamo ad esso e, di conseguenza, il modo in cui lo gestiamo.

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