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La formula P = p – i funziona sia a livello individuale che di team.

Immaginate un team in cui ciascun individuo porta il proprio p (potenziale) insieme alle proprie i (interferenze personali). Da un lato, queste ultime possono sommarsi e ridurre l’efficacia di tutto il team; dall’altro lato, l’enorme potenziale portato da ciascuno può fare un’enorme differenza positiva per la produttività e la performance del team stesso.

Prendiamo l’esempio di Paola.

Nell’ufficio in cui lavora, Paola sente dire che i profitti dell’azienda sono inferiori alle aspettative e che si prospettano alcuni cambiamenti.
Anziché approfondire la questione o chiedere chiarimenti al capo, Paola dice al suo collega Marco, addetto alle fotocopie, che pensa che ci saranno dei licenziamenti.
Marco ha alcuni problemi economici a casa e comincia a preoccuparsi di un possibile licenziamento: come faranno lui e la sua famiglia?
Poi parla dei licenziamenti previsti a Sara, che lavora nel settore marketing, la quale una volta tornata alla scrivania lo riferisce al suo collega Matteo.
Essendo stato assunto da poco, Matteo inizia a pensare che sarà uno dei primi a essere licenziato, che a lui succede sempre così, e in pausa pranzo decide di uscire a comprare il giornale di annunci di lavoro, perché è meglio guardarsi intorno.

Nel corso della giornata, e per tutta la settimana, le voci tra colleghi continuano a spargersi e ad avere un impatto diverso su ciascuno di loro a seconda dei loro atteggiamenti e valori.

Con l’insinuarsi dell’atteggiamento negativo, indovinate cosa accadrà quella settimana alla concentrazione, alla produttività e in definitiva alla performance del team: sicuramente crolleranno.

In che modo Paola avrebbe potuto gestire le cose diversamente con consapevolezza e intelligenza emotiva?

Innanzitutto chiedendo informazioni al capo su ciò che stava succedendo e sui possibili cambiamenti, anziché giungere a conclusioni errate. Gli atteggiamenti negativi sono contagiosi!

  1. Succede qualcosa nell’azienda.
  2. Qualcuno non ne è felice e non ha il coraggio o il carattere per parlarne con il capo, quindi lo riferisce ai colleghi.
  3. Si sparge la voce e questo distoglie l’attenzione delle persone dal lavoro e ne diminuisce l’efficacia.

Pensate a un’occasione in cui avete lavorato con un team inefficace. Riflettendoci adesso, che interferenze erano entrate in gioco, per voi stessi ed eventualmente per gli altri?

Osservando le cose dalla prospettiva opposta, quando i membri di un team lavorano portando ciascuno il proprio potenziale con le interferenze al minimo, il potenziale si moltiplica: l’insieme è molto più grande della somma delle sue parti.

Pensate a un’occasione in cui avete lavorato con un team dall’elevata performance. Cosa vi faceva lavorare così bene insieme?

Lo strumento di misurazione dell’efficacia di un team (Maddocks e Sparrow, 2000) è molto utile per sondare i livelli di intelligenza emotiva in un team. Sparrow e Knight lo paragonano a un endoscopio, in grado di scendere per osservare i dettagli. Lo strumento analizza sette aspetti chiave del comportamento di un team:

  1. Motivazione e impegno
  2. Gestione del conflitto
  3. Atmosfera nel team
  4. Gestione di sé
  5. Gestione delle relazioni
  6. Apertura nella comunicazione
  7. Tolleranza delle differenze

Valutate il vostro team in queste sette aree. Ce n’è una da sviluppare? Quale? Come si potrebbe iniziare a farlo?

Hai già sostenuto il 1° livello di specializzazione in Coaching? Allora specializzati in Team Coaching.

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